IL RESPIRO: LA PRIMA MEDICINA




La vita, si sa, senza respiro non potrebbe esistere. Ma perché preoccuparsene se il corpo provvede autonomamente a garantirci l’atto respiratorio? La verità è che la qualità della nostra vita è determinata dalla qualità del nostro respiro. E quest'ultimo viene influenzato da numerosi fattori. Un respiro corto, incompleto, genera una bassa energia, aumenta l’angoscia, ci fa vivere a metà delle nostre potenzialità. Prestarne cura fa la differenza tra il VIVERE ed il SOPRAVVIVERE.

CONOSCI IL MUSCOLO DEL RESPIRO?

Il muscolo primario coinvolto nel respiro è il diaframma, è a forma di cupola ed è posizionato nella parte inferiore della cavità toracica. Ha 3 aperture per il passaggio dell’aorta, dell’esofago e della vena cava. E’ attraversato anche dal nervo vago che è collegato al sistema neurovegetativo. La sua azione di contrazione ed estensione stimola questo nervo ed il rilascio di acetilcolina inducendo un profondo rilassamento. 

Ti sarà utile sapere che con una respirazione ottimale puoi migliorare molte funzioni del corpo:

-Ossigenazione

-Digestione

-Attività cardiocircolatoria

-Sistema Immunitario

-Umore

-Sonno

-Postura

-Capacità cognitive

Esistono molte condizioni, oltre ai problemi respiratori come l’asma o l’enfisema, in cui è essenziale la presa in esame del diaframma:

Ansia e depressione

Fatica Cronica

Deficit di attenzione

Insonnia

Dipendenza dal fumo

Problemi cardiocircolatori

Discopatie, lombalgie, cervicalgie, brachialgie

Problemi articolari

Ernia iatale

Gastrite, esofagite, reflusso gastroesofageo

Stitichezza

Interessamento della prostata

Sindrome del dolore pelvico cronico

Sono solo alcuni dei sintomi su cui puoi agire dedicando l’opportuna attenzione al diaframma, così come fai quando ti occupi di tenere in buon allenamento gli altri muscoli del corpo.

È molto comune nella frenesia dei tempi moderni respirare solo con la parte alta del torace. In tal modo anziché stabilizzare la schiena sottoponiamo le vertebre e i dischi intervertebrali a carichi eccessivi, causando a lungo andare dolore, ernie e protusioni.

Attraverso le giuste tecniche kinesiologiche ed il lavoro mirato sui riflessi plantari si può liberare il diaframma e la respirazione. 

Ora che sai che l’aspetto della respirazione è centrale veniamo a te e a quello che puoi fare da solo per aiutarti.

LA RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA

Ti consiglio di dedicare alcuni minuti al giorno, anche solo una decina per poi gradualmente aumentarli, alla respirazione diaframmatica, ricordandoti che se fai una cosa per almeno 30 giorni questa diventerà un’abitudine, se la fai per 3 mesi il tuo subconscio inizierà a farla automaticamente.

1) Stando seduto o sdraiato poni una mano sul petto e l’altra appena sotto l’ombelico

2) Inspira lentamente con il naso e visualizza l’aria scendere direttamente nella pancia come se stesse gonfiando un palloncino all’altezza dell’ombelico. Senti la pancia gonfiarsi sotto la tua mano mentre il petto rimane il più fermo possibile

3) Espira dalla bocca in modo passivo, senza contrarre i muscoli addominali e/o la schiena mentre la mano sul petto continua a rimanere ferma

Inoltre fai il semplice gesto di fermarti ad osservare come stai respirando più volte al giorno. Quello che ti sto dicendo è di osservare solamente, senza tentare di modificare nulla: il fiato è lungo? Corto? Superficiale? Come espando la gabbia toracica? E l’addome? Sento il respiro incompleto? Bloccato? Metti una suoneria a ricordartelo diverse volte al giorno. Sappi che l’osservazione permette all’intelligenza corporea di auto-regolarsi, di "ricordare" il funzionamento originario di quando eri bambino, perfettamente programmato senza le sovrastrutture generate dai condizionamenti.

Buon respiro a tutti!



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